Una delle cose più importanti da capire nelle relazioni è che parlare con rabbia manifesta un campo energetico che permea il corpo multistrato.
E con il tempo c'è anche una stratificazione di questo campo che aumenta la sua presenza e condiziona il pensiero.
Questo campo energetico porta la mente ad entrare in risonanza con ciò che lo alimenta, per cui pensieri e parole diventano tutti interconnessi dalla stessa vibrazione.
L'energia della rabbia ad esempio porta a formulare pensieri orientati a cercare di stabilire un controllo sull'interlocutore.
Mentre la compassione è un energia che crea unità perché si percepisce la sofferenza di altri e si tenta di curarla, nonostante gettino veleno.
Le persone più tormentate dalla rabbia sono quelle che non si rassegnano a stabilire un controllo sulle cose che le circondano, e il loro karma è continuare ad esercitarsi per non lasciarsi coinvolgere in questa energia.
Il mondo materiale offre cose che per loro stessa natura possono essere controllate solo per qualche tempo, prima che le situazioni cambino.
Le cose più difficili da controllare sono le coscienze consenzienti perché hanno un codice che le spinge ad auto programmarsi prendendo decisioni autonome.
L'interferenza a questo codice viene percepita come un impedimento al suo completamento, e di conseguenza si cercano vie alternative per eludere i codici di controllo che cercano di bloccarsi a vicenda alimentando il gioco della competizione.
Questo gioco può diventare pericoloso perché trattiene le coscienze per molto tempo in un dualismo illusorio.
È come una rete che tiene tutti intrappolati al suo interno, facendo apparire le cose sconnesse tra loro.
Il modo per uscirne è riconoscere il codice di altri come parte del proprio in un quadro più ampio e sostenersi a vicenda creando nuovi spazi e dimensioni che hanno lo scopo di permettere lo sviluppo di ogni codice nel rispetto reciproco.