La mente come il corpo biologico reclama la sua parte di energia da divorare.
Questa energia si chiama pensiero.
La mente ha bisogno di assumerne una certa quantità giornaliera altrimenti darà segnali di disagio.
La mente umana non essendo ancora formata diventa una calamita per l'osservatore che esiste unicamente per osservare la sua stessa esistenza per poi dargli un senso, e questo lo fa evolvendo diverse menti o centri di connettività che si espandono finché regge la memoria.
Dove non c'è memoria la logica non trova appigli e l'osservatore diventa incosciente di sé, per permettere di magnetizzare o integrare certe energie nel suo essere.
L'osservatore che si riconosce nell'uomo non è ancora pronto per lasciare andare il pensiero, perché non lo ha ancora esplorato del tutto, ma anch'esso come ogni altra cosa è destinato a diventare diamagnetico.
Qualcosa non genera attrazione per tre motivi:
- Il primo è che non lo si conosce, e non si è a conoscenza della sua esistenza per cui è invisibile (non percepibile).
- Il secondo è che lo si sottovaluta non dandogli valore o comunque non lo si ritiene utile per il proprio cammino.
- Il terzo è che lo si è già conosciuto talmente bene che lo spirito per continuare ad evolversi produce un anticorpo che si chiama "noia".
Questo permette di dirigere l'attenzione altrove.
La noia quando è costruttiva; cioè associata a quello che già si conosce, permette di evolversi oltre gli schemi.
Altrimenti diventa incoscienza, poiché si sottovaluta quello che non si conosce, o non lo si capisce.
Quando tutto è risolto e chiarito nasce un essere di pura luce che si muove in simbiosi con un intelligenza che crea senza lasciarsi catturare dalla sua stessa creazione.